Al via le riprese del film Sulla linea gotica con la regia di Enrico Masi

Le riprese dall’11 luglio al Passo della Croce Arcana sulla Linea Gotica

Sulla linea gotica, il nuovo film di Enrico Masi che tratta il tema della Resistenza ed è uno dei progetti sostenuti del Bando cinema e audiovisivo della Regione Toscana. Le riprese, in collaborazione con TFC, sono in programma tra l’11 ed il 13 luglio al Passo della Croce Arcana (tra le province di Pistoia e Modena) e a Vinci (Firenze).

© Roberto Ceré

Una trilogia sulla Resistenza

Il progetto, che nasce dalla collaborazione tra lo stesso Enrico Masi con Stefano Migliore, presidente della società di produzione cinematografica Caucaso ed il professor Pier Giorgio Ardeni, co-sceneggiatore, è il primo capitolo di una trilogia della Resistenza – o trilogia repubblicana – che il regista ha in progetto di realizzare. Un film che scaturisce spontaneo come esigenza espressiva degli autori di raccontare la guerra di Liberazione, che affonda le radici in ricordi familiari d’infanzia, in luoghi e volti facenti parte di un vissuto rimasto indelebilmente scolpito nella memoria. Un importante spunto, nell’affrontare questo drammatico periodo storico del nostro paese è arrivato dal noto saggio di Claudio Pavone, Una guerra civile, Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, che consente di addentrarsi nelle pagine più dolorose che sottendono la nascita della Repubblica Italiana.

(© Roberto Ceré)

La storia

Il soggetto è nato dal rapporto tra il regista e il sabotatore partigiano Nino Bonfiglioli (classe 1926), che ha vissuto direttamente i fatti. In seno a lunghe conversazioni nel corso di decenni, spontanee e non registrate, la storia vissuta è stata tramandata attraverso il racconto, dando luogo al primo episodio,  l’inizio di una trilogia che l’autore Enrico Masi intende come una sorta di “raccolta omerica”, che si tramanda oralmente, della grande epopea della Liberazione avvenuta nel territorio degli Appennini settentrionali.

Le vicende belliche sono ricostruite sulla base dell’astrazione simbolica: non tanto, quindi, una narrazione anedottica della storia, quanto un’esaltazione del portato ideologico, nel senso più ampio del termine, di ciò che la guerra di Liberazione ha rappresentato per chi vi ha preso parte. “Questa estetica cinematografica”afferma il regista Masi– “con il primo episodio della trilogia, decide di inscenare un momento tragico e l’assenza di dialogo che lo ha contrassegnato“. “Il cinema è considerato dal gruppo Caucaso come uno strumento di ricerca. La storia scelta è quella di un momento sanguinario e controverso: una doppia fucilazione che avviene per motivi di giustizia deliberata dal CLN, per far fronte ad episodi fuori controllo, nel momento più scuro della guerra, quel finale già ritratto da Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini”.

(fonte: Intoscana)

FacebookTwitterWhatsAppEmail
ULTIME NEWS Vedi tutte