Viareggio 1969: il documentario sul caso Lavorini su Rai 3

La vicenda del rapimento del piccolo Ermanno Lavorini nel film diretto da Claudio Pisano e prodotto dalla RED FILM

Venerdì 20 gennaio, alle ore 21.15 su Rai 3 e successivamente su RaiPlay, sarà trasmesso il documentario “Viareggio 1969”, coprodotto da Mario Rossini per RED FILM con RAI Documentari, Luce Cinecittà ed il contributo di Rai Teche.

Il documentario, scritto da Giovanni Filippetto, Maura Nuccetelli, Leonardo Araneo, è diretto da Claudio Pisano e realizzato nell’ambito della collana in programma su Rai 3, Undici casi che hanno segnato la storia dell’Italia.

Un caso di rapimento

Il 31 gennaio del 1969 a Viareggio, sparisce un bambino di dodici anni, Ermanno Lavorini. La sera stessa la famiglia riceve la richiesta di un riscatto di 15 milioni di lire, cifra considerevole per l’epoca. Circa un mese dopo, il cadavere di Ermanno viene ritrovato sulla spiaggia di Marina di Vecchiano. Le indagini dei carabinieri si concentrano su un’unica pista, quella della Pineta di Viareggio, frequentata dai bambini di giorno e caratterizzata da un giro di prostituzione, per lo più maschile, di notte. Fu il primo caso di rapimento di un minore in Italia, tenne tutto il Paese col fiato sospeso: fu un passaggio epocale per Viareggio e per l’Italia intera, ma soprattutto, il primo esempio contemporaneo di distorsione della realtà attraverso i media che si accanirono sul caso di cronaca nera, con una vera e propria caccia al mostro.

Il negozio della famiglia Lavorini a Viareggio

Il primo a capire che la pista omosessuale fosse solo un modo per sviare le indagini, è il giornalista Marco Nozza che cerca di dare un’altra versione dei fatti che stenta però ad essere accettata: il rapimento del bambino era finalizzato al finanziamento di una associazione eversiva di monarchici che, per depistare le indagini, ipotizzò una falsa pista di pedofilia. Una parte di verità impiegherà anni e diversi gradi di giudizio per emergere, come traspare dalle tante testimonianze raccolte nel documentario: Flaminia Bolzan, psicologa e criminologa, Iva Zanicchi, Walter Veltroni, dei giornalisti Roberto Bernabò, Adolfo Lippi, Giovanni Lorenzini e Giuseppe Meucci, ma anche interventi di attivisti nel campo dei diritti LGBTQ. La sentenza definitiva arrivò dieci anni dopo la morte del giovane con la condanna in via definitiva di Marco Baldisseri (16 anni all’epoca dei fatti) il capo della banda che aveva tenuto sotto scatto la polizia beffandola per mesi; Rodolfo Della Latta (20 anni all’epoca dei fatti) ed il coetaneo Pietrino Vangioni, attivisti monarchici, riconosciuti colpevoli per aver tentato di estorcere denaro alla famiglia Lavorini per fini politici. 

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